All’incontro annuale di Copropà a Zoppola gli esperti indicano le soluzioni tecniche e non solo per affrontare eventi estremi e caldo tropicale
Semina di nuove varietà create attraverso la selezione genetica in grado di resistere meglio a un clima che in Friuli potrebbe vedere entro il 2100 un aumento della temperatura media di 6 gradi e un calo delle precipitazioni del 20 per cento. È quanto emerso in occasione del tradizionale convegno tecnico organizzato dalla Cooperativa produttori di patate del Friuli-Venezia Giulia (Copropà) a Zoppola, in occasione della 39esima edizione della mostra regionale del tubero locale. Le relazioni tecniche ‘in campo’ curate da Raffaella Petris e Valentina Cacitti dell’Ersa e da Bruno Parisi del Crea di Bologna hanno messo in evidenza come l’aumento delle temperature possa portare a un calo della quantità prodotta. Inoltre, il caldo favorisce il proliferare di parassiti e infestanti.
“La patata per sua natura non è una pianta mediterranea – ha commentato Parisi – per questo vanno privilegiate quelle varietà che, grazie a un ampio apparato foliare, consentono di tenere sotto controllo il calore del terreno. Significa anche abbandonare alcune varietà tradizionali, che invece sono meno adatte ad affrontare i cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti”.
Su questo fronte è impegnata anche l’agenzia regionale Ersa, che sta facendo sperimentazione su ben 48 varietà, alcune delle quali sono state protagoniste delle visite dimostrative in campo realizzate nei giorni scorsi.
Il direttore di Confidesa Fvg Giovanni Campaner ha invece parlato del piano B, ovvero della possibilità di assicurare la produzione dagli eventi avversi, strumento ancora poco utilizzato dalle aziende pataticole della nostra regione. “Vanno individuate con le compagnie delle formule personalizzate per questo tipo di attività e Condifesa è pronta a farlo assieme a Copropà” ha aggiunto.
Oltre al sindaco Antonella Tius e al funzionario di Ersa Michele Fabbro, a nome delle organizzazioni di rappresentanza del settore, hanno portato le loro riflessioni Alessandro Driussi di Legacoop, Fabio Dubolino di Confcooperative, Antonio Della Toffola di Coldiretti e Niccolò Panciera di Confagricoltura. Accanto alle conclusioni portate dalla consigliera regionale Lucia Buna, che ha confermato l’impegno dell’amministrazione regionale a essere al fianco dei produttori locali, stigmatizzando invece i rischi di una nuova politica agricola europea che non ne riconosce il valore produttivo, ambientale e sociale, il presidente della cooperativa Pier Vito Quattrin ha annunciato come dopo tre annate positive anche quella in corso prometta molto bene. L’estensione di terreno coltivato a patata dai soci di Copropà è attualmente di 150 ettari.
“Ma c’è un elemento su cui bisogna riflettere – ha detto – chi oggi raccoglie e vende immediatamente sfuso riceve un prezzo molto basso. Questo fa capire l’importanza dell’organizzazione tra produttori, come Copropà, che hanno la capacità di conservare lungo tutto l’anno e quindi arrivare sul mercato, magari anche con i trasformati, quando la domanda riconosce il corretto valore alle nostre patate”.