L’economia sommersa sta usufruendo sempre più di spa, srl ed srl semplificate su cui si dovrebbe fare luce al più presto: questo l’invito da parte di Confcooperative nazionale, rilanciato da Confcooperative Pordenone, dopo che il governo ha annunciato misure restrittive sulle false cooperative. In sintesi: ben venga il controllo sulle false cooperative, di cui le vere cooperative sono le prime “vittime”, ma non ci si dimentichi delle altre forme di impresa che vengono utilizzate per il lavoro nero.
“La frontiera del lavoro nero - sottolinea Maurizio Gardini presidente nazionale di Confcooperative - vede un esercito di false imprese le quali rappresentano la parte maggioritaria di un’economia sommersa che pesa per il 9,5% del PIL. Si tratta di 173,9 miliardi di cui 91,4 da sotto dichiarazione e 68,1 da lavoro irregolare (fonte ISTAT, ndr). Un mancato gettito che sfiora l’intero importo del PNRR e vale 4-5 manovre finanziarie”.
“Qui in Friuli occidentale - aggiunge il presidente di Confcooperative Pordenone Luigi Piccoli - ci siamo fatti già dieci anni fa promotori di una serie di iniziative contro le false cooperative, compresa una raccolta firme che vide l’adesione anche dei sindaci del territorio. Il sistema ha reagito dal suo interno contro questo malcostume: auspichiamo che ora si attui lo stesso contrasto contro altre tipologia d’impresa”. In ogni caso il fenomeno delle “false cooperative” in provincia di Pordenone è marginale, come ricorda il direttore di Confcooperative Pordenone Marco Bagnariol citando l’analisi dell’Osservatorio provinciale sulla cooperazione istituito presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Udine – Pordenone.
Gardini ha inoltre aggiunto "c'è poi la lotta alla cattiva committenza industriale che favorisce il dumping contrattuale utilizzando manodopera offerta dalle false imprese a tariffe scandalosamente basse che danno vita a sfruttamento criminale ed evasione fiscale e contributiva".