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INTITOLAZIONE DEI GIARDINI AL SEN. BRUNO GIUST

INTITOLAZIONE DEI GIARDINI AL SEN. BRUNO GIUST

L'intervento del Presidente Luigi Piccoli

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Bruno Giust è stato operaio, sindacalista della CISL, per tre legislature senatore della Repubblica, consigliere e assessore regionale nonché figura storica della Democrazia Cristiana del Friuli Venezia Giulia. Autodidatta, gli fu conferita dal Presidente della Repubblica la “medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte” per l’alto profilo con cui diresse l’assessorato all’Istruzione. E’ stato alla guida della Camera di Commercio di Pordenone e a lungo amministratore della Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone. Ha rappresentato con capacità e onore il Parlamento italiano nel Consiglio d’Europa e nell’Unione Europea Occidentale.

Ma noi di Confcooperative lo vogliamo ricordare come nostro presidente provinciale, regionale e consigliere nazionale.

E’ stato un grande cooperatore ed è ancora un faro per tutti noi. E lo abbiamo ricordato nel dicembre scorso in occasione del 70° anniversario della fondazione dell’Unione Cooperative di Pordenone.

D’intesa con la sua famiglia abbiamo rivolto istanza al Comune di Pordenone per l’intitolazione di questi Giardini proprio per farne memoria in questo importante traguardo per la cooperazione pordenonese a cui lui era molto legato.

Ringrazio il Sindaco Alessandro Ciriani per aver subito manifestato interesse per l’iniziativa.

Personalità di alto spessore morale ed intellettuale, fedele ai propri principi e sostenitore degli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa, è stato un sindacalista e un politico di rango capace di farsi carico di istanze umili e comunitarie.

La sua visione della cooperazione si rivelò moderna sin dal suo insediamento, combatté con tutte le forze quella cultura dominante che tendeva ad emarginare la cooperazione quale modello economico secondario, sollecitando e favorendo lo sviluppo di una cooperazione territoriale, in tutte le sue articolate attività.

Non mancava mai di ricordare come la Cooperazione non andasse vista come "terza via" tra capitalismo e statalismo, ma come risposta avanzata di democrazia economica, di sviluppo sostenibile, legata al territorio, basata sui valori e sulla dignità dell'uomo. Un'economia che non si accontenta del guadagno immediato, della massimizzazione dei profitti dei pochi a scapito dei molti, ma che contemporaneamente guarda alle generazioni future, accantonando gli utili nei fondi di riserva indivisibili che si trasmettono di generazione in generazione.  

Come ci ricordava il suo direttore Riccardo Fioretti, tendeva spesso a raffrontare i cambiamenti economici e sociali del secolo scorso con quelli di oggi sottolineando come, in un contesto profondamente mutato, i bisogni superiori di socialità, di stima e di senso conservavano la loro rilevanza.

La capacità di interpretare il modello cooperativo in chiave moderna traspare anche attraverso le attenzioni che rivolgeva ai giovani, sui quali ha sempre riposto immensa fiducia, convinto che potessero e dovessero essere gli eredi della cultura cooperativa.   

Quando nel 2000, dopo 33 anni di attiva presidenza, passò il testimone assumendo per acclamazione il ruolo di Presidente Onorario ed Emerito, ricordò come “il gioco di squadra che abbiamo costruito assieme e nel tempo è stata l’idea vincente soprattutto nei tanti momenti difficili che abbiamo vissuto in questi anni. E così dovrà essere anche nel futuro per i tanti giovani cooperatori e per quelli che si avvicineranno al Movimento con entusiasmo, determinazione e spirito solidale e partecipativo”.

Questa è l’eredità che ci ha lasciato. Una eredità colma di saggezza, di pazienza, di sobrietà, di intelligente mediazione (quella alta, la più nobile del termine) e di valori concreti. Di valori agiti prima che richiamati, con coerenza e determinazione.

Ed è così che vogliamo continuare a ricordarlo.

 

LUIGI PICCOLI

(Presidente Confcooperative Pordenone)

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